Consumo suolo, Rimini prima in ER per urbanizzazione. Legambiente: Rivedere tutti i psc
Bisogna riscrivere al più presto tutti i psc. E’ l’allarme lanciato da Legambiente ieri a Bologna durante la presentazione del libro Il Valore del Suolo. Presenti i curatori del volume, il sindaco di Forlì Roberto Balzani e il giornalista e scrittore Valerio Varesi, nonché i rappresentati regionali di Coldiretti e Confagricoltura. L’associazione ambientalista chiede interventi urgenti per scongiurare le previsioni dei piani urbanistici.
E’ l’ennesimo passo della campagna Stop al cemento, fondata su numeri importanti (sono, infatti, quasi 100mila gli ettari di terreno urbanizzato dal 1976 al 2008, mentre a partire dal 2003 si persa una superficie di suolo agricolo che sarebbe stato in grado di sfamare oltre 400mila persone) che confermano uno dei primati della capitale della riviera adriatica. La provincia di Rimini si aggiudica il primo posto tra le città dell’Emilia Romagna per la maggiore percentuale di aree urbanizzate, circa il 20 per cento della superficie totale.
In regione, per ogni abitante dei capoluoghi di provincia si calcolano mediamente più di 130 metri quadrati di superficie impermeabilizzata a testa, con il picco di Ravenna (qui fortunatamente il primato non è riminese), che raggiunge i 580 metri quadrati procapite. Tutti numeri reperibili, ma non debitamente analizzati, secondo Legambiente che ha analizzato i piani strutturali comunali dei nove capoluoghi e di venti comuni minori.
Legambiente analizzando i psc ha scoperto che le aree potenzialmente urbanizzabili superano i 10mila ettari di superficie, più di 8.500 limitatamente ai capoluoghi, dove supera quota 110mila (5mila a Rimini) i nuovi alloggi previsti all’interno dei rispettivi piani. Numeri a cui aggiungere le varianti per poli funzionali, commerciali e del settore terziario (portate avanti con accordi di programma in deroga alla pianificazione) e le nuove infrastrutture viarie (cinque autostrade in progetto, più opere ‘compensative’).
Da Legambiente, infine, l’appello a pensare un piano strategico per le città, con gli strumenti per ridare slancio all'edilizia senza consumo di nuovo suolo, in un’ottica di recupero, messa in sicurezza e di miglioramento energetico, estetico e sociale.